Un’immagine vale più di mille parole


Una immagine vale più di mille parole

Un ritornello, compendio della saggezza popolare dice “una immagine vale più di mille parole”

In questo post e nei seguenti sono una riflessione su una immagine, in questa occasione un’immagine frutterà molto più che mille parole.

Il Dottore Paul Richer nel suo libro “Anatomia artistica del corpo umano”, secondo volume “La donna” include nella sua illustrazione numero dodici un disegno che rappresenta il contorno di uomo e sovrapposto a questa, l’immagine che corrisponde a una donna con la stessa cassa toracica.

Richer introduce quest’immagine per spiegare i tessuti adiposi che ricoprono il corpo della donna e compararli con quelli dell’uomo. A noi ci permette d’analizzare su una stessa struttura ossea le variazioni dei contorni di petto tra l’uomo e la donna

 La doppia silhouette appare nell’illustrazione intera e mostra una serie di linee che indicano le sezioni in diversi livelli. Nella parte destra dell’immagine si mostrano le varie sezioni.

Noi abbiamo riprodotto la prima di quelle sezioni di questa silhouette uomo-donna che corrisponde alla sezione del giro petto.

Sección de pecho hombre mujer Cómo cubrir un cuerpo

All’interno vediamo la colonna vertebrale e la cassa toracica (quest’ultima in linea tratteggiata).

L’area di colore nero eccentrica alla prima, rappresenta lo stratto adiposo del corpo maschile.

La silhouette più esterna rappresentata con una linea fine e continua è il contorno della silhouette della donna.

Abbiamo digitalizzato l’immagine per poter includere nuovi elementi e toglierne altri che esistono nell’originale e segnato con una linea tratteggiata (._.) l’asse sagittale che non esiste nell’originale.

Quest’immagine è interessante per analizzare diverse procedure che usiamo per disegnare carta modelli, mettere in discussione argomenti esistenti nel mondo dello stilismo e anche nel sistema della commercializzazione dei capi finiti di confezione.

I capi unisex attillati

Attualmente ci sono una serie di ditte che pretendono uniformare le taglie e fare capi che possano indossare tanto gli uomini come le donne: i capi unisex.

Il settore della moda è una industria, e come tale, cerca i redditi. Per incrementare le vendite tenta includere nelle sue collezioni una serie di tendenze: colori, forme e anche precetti di filosofie. Cambiando continuamente le forme, i colore e gli stili per rimpiazzare gli armadi della gente.

A volte facendo quello che si deve si mettono nei guai. I capi unisex rispondono al concetto giusto e lodevole di equiparazione tra i due sessi: l’uomo e la donna devono avere nei suoi capi la stessa funzionalità e comodità.

La funzionalità dei capi è intimamente legata con la capacità di moto che si traduce in comfort. I capi non possono essere né troppo attillati né troppo larghi. Devono essere larghi abbastanza per includere gli sviluppi delle articolazioni del corpo e sufficientemente attillate per non difficoltare i movimenti.

La silhouette esterna che delimita il corpo della donna e la interna che delimita quello dell’uomo sono diverse. Aristotele dici qualche anno fa che si deve “trattare di forma uguale le cose uguali e diversamente le cose diverse”, per ciò essendo il corpo della donna diverso di quello dell’uomo devono trattarsi di forma diversa.

Questa differenza tra i corpi a come conseguenza logica che i capi unisex in senso proprio (che usa lo stesso capo fisico per entrambi sessi) soltanto possono essere larghe e perciò poco funzionali nella maggioranza dei casi.

Un capo superiore attillato dovrà seguire la forma del corpo che riveste: se è idoneo per l’uomo non lo sarà per la donna e viceversa.

Quello che si può fare è creare un modello che sia identico per entrambi sessi, con la stessa larghezza rispetto al corpo e con le stesse trasformazioni delle sue rispettive carta modelli base. Partendo da due base diversi, una per ogni corpo, si arriverà a due carta modelli completamente diversi per che siano visivamente identici e con la stessa funzionalità.

Questi capi non saranno capi unisex, saranno capi diversi, con taglie diverse e con lo stesso stilismo che si baserà nella identificazione dei due sessi.

Sul tema della costruzione di un abito unisex, sono interessanti gli studi della NASA per ideare una tutta spaziale unisex che potete trovare nella web.

I capi superiori unisex attillati realizzati in tessuto elastico dovranno usare la loro elasticità per uguagliare le differenti di larghezze tra i due diversi corpi. Se per noi è buono un capo in cui si apra la maglia in certe zone e in altre che in altre diventa larga e per ciò sgualcita, possiamo ammettere l’esistenza dei capi unisex nei capi superiori elastici. Il tessuto elastico si deve usare per dare comfort e deve avere la stessa larghezza rispetto al corpo (sia positiva o negativa) in tutta la superfice che riveste (o deve tentare di farlo), usando l’elasticità del tessuto unicamente per gli sviluppi delle articolazioni. Usare l’elasticità per coprire due corpi con volumi diversi è un pastrocchio.

Di sicuro commercialmente sarebbe molto interessante ridurre lo Stock delle taglie e dei capi concentrando il tutto in una unica collezione unisex. Della stessa forma sarebbe molto interessante trovare la pietra filosofale, vivere in pace, essere felici o vivere eternamente. Purtroppo ci sono tante cose che non esistono in questo mondo.

La prima conclusione che trarremo dell’immagine è che i capi della parte superiore del corpo unisex in senso stretto non esistono se non son molto larghi.

Bibliografia: 

Nouvelle anatomie artistique du corps humain, II cours supérieur. morphologie. La femme. Dr Paul Richer. Librairie Plon.

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